La guida di Maria

Maria
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Visite turistiche

Manduria è una delle capitali dell’antica civiltà dei Messapi, popolo insediatosi qui circa 3000 anni fa. E’ una città ricca di bellezze archeologiche, artistiche e ambientali. Da queste parti il mare è straordinario: un vero e proprio paradiso, con le sue spiagge ricche di macchia mediterranea, un mare caraibico e laguna per i fenicotteri.La visita della città merita essere divisa in diverse tappe. Un itinerario è da riservare sicuramente all’archeologia con il Parco archeologico della civiltà messapica completato con una visita al Museo della Civiltà Messapica (sul Corso XX Settembre) dove sono esposti i numerosissimi reperti archeologici provenienti dagli scavi effettuati. Poi alla visita del centro storico con le sue bellezze artistiche tra numerose chiese di indubbio pregio artistico, palazzi nobiliari e gentilizi. La terza all’ambiente ed al paesaggio soprattutto nella fascia litorale jonica con la sua Riserva Naturale. Estese su di una superficie di 1.113 ettari le Riserve sono composte da due distinti nuclei territoriali. Il primo dai boschi di Cuturi e Rosa Marina raggiunge la costa con la foce del Chidro mentre il secondo nucleo racchiude le aree costiere delle saline e dune di Torre Colimena e della Palude del Conte. I boschi di Cuturi e Rosa Marina hanno il profumo della lecceta ad alto fusto e della macchia mediterranea. Il Chidro invece è una risorgiva carsica mentre le saline di Torre Colimena sono costituite da una depressione umida retrodunale immersa nella salicornia che ospita i migratori acquatici. Dall’entroterra dove spunta il leccio in compagnia del mirto e del lentisco si raggiunge la costa dominata dalle steppe salate e dalle dune coronate da ginepri. Da non dimenticare assolutamente le marine, con i 18 km di costa quasi esclusivamente sabbiosa, che si immergono nel tratto di Jonio più cristallino.
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Manduria
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Manduria è una delle capitali dell’antica civiltà dei Messapi, popolo insediatosi qui circa 3000 anni fa. E’ una città ricca di bellezze archeologiche, artistiche e ambientali. Da queste parti il mare è straordinario: un vero e proprio paradiso, con le sue spiagge ricche di macchia mediterranea, un mare caraibico e laguna per i fenicotteri.La visita della città merita essere divisa in diverse tappe. Un itinerario è da riservare sicuramente all’archeologia con il Parco archeologico della civiltà messapica completato con una visita al Museo della Civiltà Messapica (sul Corso XX Settembre) dove sono esposti i numerosissimi reperti archeologici provenienti dagli scavi effettuati. Poi alla visita del centro storico con le sue bellezze artistiche tra numerose chiese di indubbio pregio artistico, palazzi nobiliari e gentilizi. La terza all’ambiente ed al paesaggio soprattutto nella fascia litorale jonica con la sua Riserva Naturale. Estese su di una superficie di 1.113 ettari le Riserve sono composte da due distinti nuclei territoriali. Il primo dai boschi di Cuturi e Rosa Marina raggiunge la costa con la foce del Chidro mentre il secondo nucleo racchiude le aree costiere delle saline e dune di Torre Colimena e della Palude del Conte. I boschi di Cuturi e Rosa Marina hanno il profumo della lecceta ad alto fusto e della macchia mediterranea. Il Chidro invece è una risorgiva carsica mentre le saline di Torre Colimena sono costituite da una depressione umida retrodunale immersa nella salicornia che ospita i migratori acquatici. Dall’entroterra dove spunta il leccio in compagnia del mirto e del lentisco si raggiunge la costa dominata dalle steppe salate e dalle dune coronate da ginepri. Da non dimenticare assolutamente le marine, con i 18 km di costa quasi esclusivamente sabbiosa, che si immergono nel tratto di Jonio più cristallino.
La spiaggia di San Pietro in Bevagna è una frazione balneare di Manduria. Questo tratto di costa è caratterizzato soprattutto da una lunga spiaggia (18 km), soffici dune bianche e scogliere basse, perfetta quindi per chi è con bimbi piccoli o è semplicemente in cerca di comodità. Il litorale è molto ampio e circondato da vegetazione profumata, che conferisce al luogo un suggestivo aspetto selvaggio.
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San Pietro In Bevagna
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La spiaggia di San Pietro in Bevagna è una frazione balneare di Manduria. Questo tratto di costa è caratterizzato soprattutto da una lunga spiaggia (18 km), soffici dune bianche e scogliere basse, perfetta quindi per chi è con bimbi piccoli o è semplicemente in cerca di comodità. Il litorale è molto ampio e circondato da vegetazione profumata, che conferisce al luogo un suggestivo aspetto selvaggio.
Vieni ad ammirare i delfini di Taranto e a vivere una giornata di emozioni nel pieno rispetto della natura. Qui non ci sono delfinari o piscine inquinanti. Qui c’è tutto il bello della natura e del divertimento sostenibile per il piacere di grandi e piccini: protagonisti di uno spettacolo unico e sensazionale sono i delfini di Taranto, da oltre quattromila anni a guardia di un territorio ricco di storia e tradizioni. Vieni ad ammirare i delfini di Taranto e a vivere una giornata di emozioni nel pieno rispetto della natura. Qui non ci sono delfinari o piscine inquinanti. Qui c’è tutto il bello della natura e del divertimento sostenibile per il piacere di grandi e piccini: protagonisti di uno spettacolo unico e sensazionale sono i delfini di Taranto, da oltre quattromila anni a guardia di un territorio ricco di storia e tradizioni. I delfini di Taranto rappresentano un’attrazione unica nel suo genere, perché, oltre alla simpatia dei simpaticissimi mammiferi, c’è la competenza e la professionalità di un ricercatore appassionato del mare: Carmelo Fanizza, presidente dell’associazione Jonian Dolphin Conservation. Appassionati e profondi conoscitori dell’ambiente marino nei suoi aspetti più disparati, i membri dell’associazione Jonian Dolphin Conservation mettono a disposizione di grandi e piccini tutta la propria esperienza e conoscenza derivante da decenni di studi e approfondimenti sul mare e sui delfini. Jonian Dolphin Conservation vi accompegnerà in appassionanti escursioni in mare aperto alla ricerca di delfini, per ammirarli da vicino grazie alle recenti tecniche di dolphinwatching che rappresentano oggi il modo meno invasivo possibile e per conoscere da vicino questi spettacoli della natura. Vivrete una giornata da ricercatore a bordo di Taras, splendido catamarano da ricerca della Jonian Dolphin Conservation. Identificherete gli esemplari di delfini fotografando la loro pinna dorsale, ascolterete e registrerete fischi e clicks degli esemplari (vocalizzazioni), raccoglierete dati di valutazione ambientale delle acque del Mar Ionio (parametri oceanografici) e compilerete le schede di avvistamento cetacei. Durante tutte queste attività, l’equipaggio del catamarano Taras vi farà anche degustare specialità locali. E’ necessario prenotare direttamente tramite il sito https://www.joniandolphin.it/wordpress/2017/prenota/ +39 349 1338221 areaprogetti@joniandolphin.it
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Jonian Dolphin Conservation
n°1 Corso Vittorio Emanuele II
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Vieni ad ammirare i delfini di Taranto e a vivere una giornata di emozioni nel pieno rispetto della natura. Qui non ci sono delfinari o piscine inquinanti. Qui c’è tutto il bello della natura e del divertimento sostenibile per il piacere di grandi e piccini: protagonisti di uno spettacolo unico e sensazionale sono i delfini di Taranto, da oltre quattromila anni a guardia di un territorio ricco di storia e tradizioni. Vieni ad ammirare i delfini di Taranto e a vivere una giornata di emozioni nel pieno rispetto della natura. Qui non ci sono delfinari o piscine inquinanti. Qui c’è tutto il bello della natura e del divertimento sostenibile per il piacere di grandi e piccini: protagonisti di uno spettacolo unico e sensazionale sono i delfini di Taranto, da oltre quattromila anni a guardia di un territorio ricco di storia e tradizioni. I delfini di Taranto rappresentano un’attrazione unica nel suo genere, perché, oltre alla simpatia dei simpaticissimi mammiferi, c’è la competenza e la professionalità di un ricercatore appassionato del mare: Carmelo Fanizza, presidente dell’associazione Jonian Dolphin Conservation. Appassionati e profondi conoscitori dell’ambiente marino nei suoi aspetti più disparati, i membri dell’associazione Jonian Dolphin Conservation mettono a disposizione di grandi e piccini tutta la propria esperienza e conoscenza derivante da decenni di studi e approfondimenti sul mare e sui delfini. Jonian Dolphin Conservation vi accompegnerà in appassionanti escursioni in mare aperto alla ricerca di delfini, per ammirarli da vicino grazie alle recenti tecniche di dolphinwatching che rappresentano oggi il modo meno invasivo possibile e per conoscere da vicino questi spettacoli della natura. Vivrete una giornata da ricercatore a bordo di Taras, splendido catamarano da ricerca della Jonian Dolphin Conservation. Identificherete gli esemplari di delfini fotografando la loro pinna dorsale, ascolterete e registrerete fischi e clicks degli esemplari (vocalizzazioni), raccoglierete dati di valutazione ambientale delle acque del Mar Ionio (parametri oceanografici) e compilerete le schede di avvistamento cetacei. Durante tutte queste attività, l’equipaggio del catamarano Taras vi farà anche degustare specialità locali. E’ necessario prenotare direttamente tramite il sito https://www.joniandolphin.it/wordpress/2017/prenota/ +39 349 1338221 areaprogetti@joniandolphin.it
Visitare la città di Taranto è senza dubbio un’esperienza straordinaria. La brezza salata del lungomare, i suoni meravigliosi che regala il mare, il profumo del pesce fresco appena pescato dai marinai, le voci del porto, i colori spettacolari donati dalla natura. La bellissima città pugliese è la meta ideale per chi è alla ricerca di luoghi storici particolari e gli amanti dell’arte. Una vacanza a Taranto rappresenta il giusto mix tra tutti questi elementi. Spiritualità, fede, devozione e antichissime tradizioni diventano tangibili a Taranto nei giorni della Settimana Santa. A perpetuare e mantenere vivi i riti pasquali sono le antiche confraternite che nella suggestiva processione dei Misteri, il Venerdì Santo, accompagnano i simulacri lungo le vie del centro storico con una processione che procede a passo lentissimo nella quale spiccano i “Perdune”, i fedeli incappucciati della confraternita del Carmine. Vista dall’alto, Taranto è un condensato di storia che si intreccia con il mare e si dipana nel borgo antico, tra palazzi nobiliari e gioielli sotterranei. È chiamata “la città dei due mari”, Taranto, bagnata dal Mar Grande e dal Mar Piccolo, con una posizione strategica che l’ha resa protagonista di importanti vicende storiche. Le antiche testimonianze più preziose sono custodite presso il Museo archeologico nazionale, il Marta, dove è possibile ammirare i famosi “Ori di Taranto”, raffinate produzioni dell’arte orafa locale tra il IV e il II secolo a.C., oltre all’immensa raccolta di reperti archeologici provenienti da tutta la provincia ionica. Ha sede nell’ex Convento di San Pasquale di Babylon, nei pressi dei Giardini di piazza Garibaldi. Le sale dei piani rialzati sono oggi il regno dell’archeologia, con oltre duecentomila reperti e manufatti che vanno dalla Preistoria al Medioevo: il percorso di visita segue un ordine cronologico a partire dal V millennio a.C. I primi contatti degli indigeni iapigi con il mondo egeo precedono la colonizzazione spartana del Golfo di Taranto, mentre si ammirano oggetti di vita quotidiana, legati al culto e ai rituali funebri della città greca. Anche i cambiamenti sopraggiunti con l’arrivo dei romani si dipanano tra sculture e terrecotte figurate, utensili e oreficerie d’ogni genere. A questo proposito, da non perdere è l’incredibile tesoro degli Ori di Taranto, vera e propria antologia dell’arte orafa di età ellenistica con numerosi manufatti appartenenti a corredi funerari. Una tappa obbligata durante una visita nella città di Taranto è anche il Castello Aragonese: si tratta di un castello suggestivo, posizionato sul mare. È uno dei luoghi simbolo di Taranto ed è forse uno dei più fotografati, in particolar modo al tramonto, momento nel quale il sole si “immerge” nel mare. È possibile visitarlo in maniera totalmente gratuita, ogni giorno dell’anno, compresi i giorni festivi. Il Tempio di Poseidone insieme al Castello Aragonese è il vero simbolo della città di Taranto. È situato nella parte antica di Taranto, il Borgo Antico ed è uno dei luoghi più antichi della città. Il Ponte Girevole è un ponte che collega il Borgo Antico alla Città Nuova. Viene alzato ogni qual volta una nave dalle grandi dimensioni si trova ad attraversare questa zona, creando uno spettacolo imperdibile. La storia di Taranto corre lungo i due ponti che collegano la città vecchia a quella moderna. Oltre al ponte di pietra costruito dopo l’alluvione del 1883, il ponte girevole inaugurato nel 1887 continua ad avere il fascino delle grandi opere di ingegneria meccanica e conduce nel dedalo di vicoli intorno alla centrale via Cava, lungo la quale fioriscono diverse botteghe artigiane. In questo istmo di terra si ergono architetture nobili e chiese di epoche e stili differenti come la Cattedrale di San Cataldo a cavallo tra il romanico e il barocco, o quella di San Domenico dai lineamenti gotici. Un trionfo di stucchi, marmi e statue circonda il visitatore nella Basilica intitolata a San Cataldo, tra le più belle di Taranto, fiore all’occhiello di Taranto vecchia in piazza Duomo, di origine medievale ma modificata in epoca barocca, che custodisce le spoglie del patrono in una cappella laterale. Suggestiva è la festa patronale in onore di San Cataldo, celebrata dall’8 al 10 maggio, in cui, dopo aver consegnato le chiavi della città al santo, le imbarcazioni dei diversi rioni cittadini si sfidano nel caratteristico palio.
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Taranto
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Visitare la città di Taranto è senza dubbio un’esperienza straordinaria. La brezza salata del lungomare, i suoni meravigliosi che regala il mare, il profumo del pesce fresco appena pescato dai marinai, le voci del porto, i colori spettacolari donati dalla natura. La bellissima città pugliese è la meta ideale per chi è alla ricerca di luoghi storici particolari e gli amanti dell’arte. Una vacanza a Taranto rappresenta il giusto mix tra tutti questi elementi. Spiritualità, fede, devozione e antichissime tradizioni diventano tangibili a Taranto nei giorni della Settimana Santa. A perpetuare e mantenere vivi i riti pasquali sono le antiche confraternite che nella suggestiva processione dei Misteri, il Venerdì Santo, accompagnano i simulacri lungo le vie del centro storico con una processione che procede a passo lentissimo nella quale spiccano i “Perdune”, i fedeli incappucciati della confraternita del Carmine. Vista dall’alto, Taranto è un condensato di storia che si intreccia con il mare e si dipana nel borgo antico, tra palazzi nobiliari e gioielli sotterranei. È chiamata “la città dei due mari”, Taranto, bagnata dal Mar Grande e dal Mar Piccolo, con una posizione strategica che l’ha resa protagonista di importanti vicende storiche. Le antiche testimonianze più preziose sono custodite presso il Museo archeologico nazionale, il Marta, dove è possibile ammirare i famosi “Ori di Taranto”, raffinate produzioni dell’arte orafa locale tra il IV e il II secolo a.C., oltre all’immensa raccolta di reperti archeologici provenienti da tutta la provincia ionica. Ha sede nell’ex Convento di San Pasquale di Babylon, nei pressi dei Giardini di piazza Garibaldi. Le sale dei piani rialzati sono oggi il regno dell’archeologia, con oltre duecentomila reperti e manufatti che vanno dalla Preistoria al Medioevo: il percorso di visita segue un ordine cronologico a partire dal V millennio a.C. I primi contatti degli indigeni iapigi con il mondo egeo precedono la colonizzazione spartana del Golfo di Taranto, mentre si ammirano oggetti di vita quotidiana, legati al culto e ai rituali funebri della città greca. Anche i cambiamenti sopraggiunti con l’arrivo dei romani si dipanano tra sculture e terrecotte figurate, utensili e oreficerie d’ogni genere. A questo proposito, da non perdere è l’incredibile tesoro degli Ori di Taranto, vera e propria antologia dell’arte orafa di età ellenistica con numerosi manufatti appartenenti a corredi funerari. Una tappa obbligata durante una visita nella città di Taranto è anche il Castello Aragonese: si tratta di un castello suggestivo, posizionato sul mare. È uno dei luoghi simbolo di Taranto ed è forse uno dei più fotografati, in particolar modo al tramonto, momento nel quale il sole si “immerge” nel mare. È possibile visitarlo in maniera totalmente gratuita, ogni giorno dell’anno, compresi i giorni festivi. Il Tempio di Poseidone insieme al Castello Aragonese è il vero simbolo della città di Taranto. È situato nella parte antica di Taranto, il Borgo Antico ed è uno dei luoghi più antichi della città. Il Ponte Girevole è un ponte che collega il Borgo Antico alla Città Nuova. Viene alzato ogni qual volta una nave dalle grandi dimensioni si trova ad attraversare questa zona, creando uno spettacolo imperdibile. La storia di Taranto corre lungo i due ponti che collegano la città vecchia a quella moderna. Oltre al ponte di pietra costruito dopo l’alluvione del 1883, il ponte girevole inaugurato nel 1887 continua ad avere il fascino delle grandi opere di ingegneria meccanica e conduce nel dedalo di vicoli intorno alla centrale via Cava, lungo la quale fioriscono diverse botteghe artigiane. In questo istmo di terra si ergono architetture nobili e chiese di epoche e stili differenti come la Cattedrale di San Cataldo a cavallo tra il romanico e il barocco, o quella di San Domenico dai lineamenti gotici. Un trionfo di stucchi, marmi e statue circonda il visitatore nella Basilica intitolata a San Cataldo, tra le più belle di Taranto, fiore all’occhiello di Taranto vecchia in piazza Duomo, di origine medievale ma modificata in epoca barocca, che custodisce le spoglie del patrono in una cappella laterale. Suggestiva è la festa patronale in onore di San Cataldo, celebrata dall’8 al 10 maggio, in cui, dopo aver consegnato le chiavi della città al santo, le imbarcazioni dei diversi rioni cittadini si sfidano nel caratteristico palio.
Grottaglie la “città dalle molte grotte” sorge su di una collina a pochi chilometri da Taranto sul ciglio del gradone murgiano che degrada verso il Mar Piccolo. Il suo territorio è interessato dalla presenza di gravine, spettacolari canyon lungo i quali, fin dalla preistoria, sono stati scavati numerosi rifugi in grotta. Degni di nota, nel centro storico, la Chiesa Madre, espressione più significativa del tardo romanico pugliese del XIV secolo, il Castello Episcopio con annesso il museo e il caratteristico Quartiere delle ceramiche con le numerose botteghe artigiane. Qui, in estate, è possibile ammirare la Mostra Concorso della Ceramica accompagnata da spettacoli ed eventi collaterali. Da non perdere, infine il 30 e 31 gennaio la processione dei fedeli e l’accensione della pira in onore di san Ciro, patrono della città. Antica ed ancora oggi fiorente è la produzione di ceramica in Puglia, anche grazie alle ricche cave di argilla rossa presenti sul territorio. Il principale centro di produzione ceramica è Grottaglie. Per molti secoli la produzione ceramica è stata la principale fonte economico - produttiva dei grottagliesi. Ancora oggi l'abile arte del plasmare l'argilla vive in uno dei quartieri unici al mondo. Nel cuore di questa caratteristica cittadina si è formato nei secoli un intero quartiere di esperti ceramisti i quali, ricavando laboratori e forni di cottura nella roccia di ambienti ipogei utilizzati in passato anche come frantoi, hanno saputo sviluppare una fiorente attività artigianale oggi riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Due i principali prodotti della tradizione figulina grottagliese: i “Bianchi di Grottaglie”, manifattura artistica propria di un certo tipo di produzione elitaria caratterizzata dall’esaltazione della forma pura attraverso l’utilizzo dello smalto bianco stannifero, e la più caratteristica ceramica rustica e popolare, caratterizzata da una tavolozza cromatica costituita dal verde marcio, giallo ocra, blu e manganese. Appartengono a questa produzione i famosi capasoni (da capase, cioè capace), contenitori di notevoli dimensioni foggiati in sezioni distinte e successivamente congiunti e destinati prevalentemente a contenere il vino. Ad oggi Grottaglie, con le sue numerose botteghe di ceramisti, è l’unico centro ceramico pugliese protetto dal marchio D.O.C. ed inserita nel ristretto elenco delle 28 città della ceramica italiana. Tra gli eventi di particolare interesse legati alla valorizzazione di questo prodotto artigianale si segnalano la Mostra della Ceramica (agosto) e la Mostra del Presepe (dicembre), oltre alla prestigiosa esposizione permanente allestita presso il Museo della Ceramica nelle sale del Castello Episcopio, ubicato sulla sommità del Quartiere.
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Grottaglie
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Grottaglie la “città dalle molte grotte” sorge su di una collina a pochi chilometri da Taranto sul ciglio del gradone murgiano che degrada verso il Mar Piccolo. Il suo territorio è interessato dalla presenza di gravine, spettacolari canyon lungo i quali, fin dalla preistoria, sono stati scavati numerosi rifugi in grotta. Degni di nota, nel centro storico, la Chiesa Madre, espressione più significativa del tardo romanico pugliese del XIV secolo, il Castello Episcopio con annesso il museo e il caratteristico Quartiere delle ceramiche con le numerose botteghe artigiane. Qui, in estate, è possibile ammirare la Mostra Concorso della Ceramica accompagnata da spettacoli ed eventi collaterali. Da non perdere, infine il 30 e 31 gennaio la processione dei fedeli e l’accensione della pira in onore di san Ciro, patrono della città. Antica ed ancora oggi fiorente è la produzione di ceramica in Puglia, anche grazie alle ricche cave di argilla rossa presenti sul territorio. Il principale centro di produzione ceramica è Grottaglie. Per molti secoli la produzione ceramica è stata la principale fonte economico - produttiva dei grottagliesi. Ancora oggi l'abile arte del plasmare l'argilla vive in uno dei quartieri unici al mondo. Nel cuore di questa caratteristica cittadina si è formato nei secoli un intero quartiere di esperti ceramisti i quali, ricavando laboratori e forni di cottura nella roccia di ambienti ipogei utilizzati in passato anche come frantoi, hanno saputo sviluppare una fiorente attività artigianale oggi riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Due i principali prodotti della tradizione figulina grottagliese: i “Bianchi di Grottaglie”, manifattura artistica propria di un certo tipo di produzione elitaria caratterizzata dall’esaltazione della forma pura attraverso l’utilizzo dello smalto bianco stannifero, e la più caratteristica ceramica rustica e popolare, caratterizzata da una tavolozza cromatica costituita dal verde marcio, giallo ocra, blu e manganese. Appartengono a questa produzione i famosi capasoni (da capase, cioè capace), contenitori di notevoli dimensioni foggiati in sezioni distinte e successivamente congiunti e destinati prevalentemente a contenere il vino. Ad oggi Grottaglie, con le sue numerose botteghe di ceramisti, è l’unico centro ceramico pugliese protetto dal marchio D.O.C. ed inserita nel ristretto elenco delle 28 città della ceramica italiana. Tra gli eventi di particolare interesse legati alla valorizzazione di questo prodotto artigianale si segnalano la Mostra della Ceramica (agosto) e la Mostra del Presepe (dicembre), oltre alla prestigiosa esposizione permanente allestita presso il Museo della Ceramica nelle sale del Castello Episcopio, ubicato sulla sommità del Quartiere.
Passeggiando nella parte più antica di Otranto ci si immerge nel fascino millenario di un borgo racchiuso dalle mura aragonesi, con le case bianche e il dedalo di stradine lastricate di pietra viva che convergono verso la Cattedrale romanica, caratterizzata dall’imponente rosone rinascimentale. All’interno si dispiega il prezioso pavimento musivo realizzato nel XII secolo dal monaco Pantaleone, un compendio dell’immaginario medievale raffigurante l’albero della vita con scene che mescolano sacro e profano. Da non perdere è il castello voluto da Alfonso d’Aragona alla fine del Quattrocento, in stretta relazione con la cinta muraria, che fa da sfondo a mostre d’arte ed eventi. Ponte naturale tra il Mediterraneo e l’Oriente, Otranto è una terra magica che mescola il sapore antico del centro storico alla fervida devozione, i riverberi del mare alla vivacità della movida. Situata sul litorale adriatico della penisola salentina, Otranto è posizionata nel tratto di costa più orientale d’Italia, a circa 45 km da Lecce, su uno sperone roccioso a picco sul mare. L’Unesco ha riconosciuto al “Borgo antico di Otranto” il titolo di patrimonio culturale in quanto “Sito messaggero di pace”. Il viaggio inizia percorrendo il Lungomare degli Eroi, ai piedi del borgo antico. Superato il monumento dedicato ai Martiri, opera dello scultore Antonio Bortone, si scendono le scale e, attraversando Porta Alfonsina, si entra nella città vecchia dove meritano una sosta il maniero aragonese e la Cattedrale con il prezioso pavimento musivo e le reliquie degli 800 Martiri, trucidati dai Turchi nel 1480. Fuori dal centro abitato ci si lascia incantare dal laghetto verde smeraldo incastonato tra le collinette color corallo della cava di bauxite mentre il maestoso faro di Punta Palascìa aspetta ogni anno la prima alba del Belpaese. Mitologico approdo dell’eroe Enea, Porto Badisco custodisce i pittogrammi che affrescano le pareti della Grotta dei Cervi, la “Sistina del Neolitico”.
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Otranto
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Passeggiando nella parte più antica di Otranto ci si immerge nel fascino millenario di un borgo racchiuso dalle mura aragonesi, con le case bianche e il dedalo di stradine lastricate di pietra viva che convergono verso la Cattedrale romanica, caratterizzata dall’imponente rosone rinascimentale. All’interno si dispiega il prezioso pavimento musivo realizzato nel XII secolo dal monaco Pantaleone, un compendio dell’immaginario medievale raffigurante l’albero della vita con scene che mescolano sacro e profano. Da non perdere è il castello voluto da Alfonso d’Aragona alla fine del Quattrocento, in stretta relazione con la cinta muraria, che fa da sfondo a mostre d’arte ed eventi. Ponte naturale tra il Mediterraneo e l’Oriente, Otranto è una terra magica che mescola il sapore antico del centro storico alla fervida devozione, i riverberi del mare alla vivacità della movida. Situata sul litorale adriatico della penisola salentina, Otranto è posizionata nel tratto di costa più orientale d’Italia, a circa 45 km da Lecce, su uno sperone roccioso a picco sul mare. L’Unesco ha riconosciuto al “Borgo antico di Otranto” il titolo di patrimonio culturale in quanto “Sito messaggero di pace”. Il viaggio inizia percorrendo il Lungomare degli Eroi, ai piedi del borgo antico. Superato il monumento dedicato ai Martiri, opera dello scultore Antonio Bortone, si scendono le scale e, attraversando Porta Alfonsina, si entra nella città vecchia dove meritano una sosta il maniero aragonese e la Cattedrale con il prezioso pavimento musivo e le reliquie degli 800 Martiri, trucidati dai Turchi nel 1480. Fuori dal centro abitato ci si lascia incantare dal laghetto verde smeraldo incastonato tra le collinette color corallo della cava di bauxite mentre il maestoso faro di Punta Palascìa aspetta ogni anno la prima alba del Belpaese. Mitologico approdo dell’eroe Enea, Porto Badisco custodisce i pittogrammi che affrescano le pareti della Grotta dei Cervi, la “Sistina del Neolitico”.
Selvaggia e incontaminata, la Baia delle Orte è lambita dalle sfumature cangianti del mare mentre poco distante dalla battigia spicca il rosso scarlatto della cava di bauxite. Tra Punta Facì e il Faro di Punta Palascìa, subito a sud di Otranto dopo la Torre del Serpe, si apre la più selvaggia delle spiagge otrantine, la Baia delle Orte. Premiata con la bandiera Blu e 5 Vele di Legambiente, l’insenatura sfoggia acque cangianti che sfumano dal blu cobalto, lì dove il fondale è più profondo, fino al turchese che lambisce il fondale sabbioso proprio vicino alla costa. Camminando lungo i sentieri che solcano la pineta e la macchia, si giunge in riva al mare. Nel luogo isolato e selvaggio, bisogna districarsi tra le rocce basse per trovare un posto comodo in cui fermarsi per poi tuffarsi in un mare azzurro, protetto dai venti da nord. “Il fiume d’oro” e “Fontana” sono due polle di acqua dolce che sgorgano a pochi metri dalla battigia. Popolata dalla fauna marina, la Baia delle Orte è inoltre un piccolo paradiso per chi ama il diving e la pesca subacquea. Appena qualche centinaio di metri di distanza dalla battigia, invece, spiccano le collinette scarlatte della cava di bauxite che abbraccia uno specchio d’acqua dalle sfumature verdi, uno scenario da cartolina incastonato nella scogliera.
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Lake of Bauxite della Cava
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Selvaggia e incontaminata, la Baia delle Orte è lambita dalle sfumature cangianti del mare mentre poco distante dalla battigia spicca il rosso scarlatto della cava di bauxite. Tra Punta Facì e il Faro di Punta Palascìa, subito a sud di Otranto dopo la Torre del Serpe, si apre la più selvaggia delle spiagge otrantine, la Baia delle Orte. Premiata con la bandiera Blu e 5 Vele di Legambiente, l’insenatura sfoggia acque cangianti che sfumano dal blu cobalto, lì dove il fondale è più profondo, fino al turchese che lambisce il fondale sabbioso proprio vicino alla costa. Camminando lungo i sentieri che solcano la pineta e la macchia, si giunge in riva al mare. Nel luogo isolato e selvaggio, bisogna districarsi tra le rocce basse per trovare un posto comodo in cui fermarsi per poi tuffarsi in un mare azzurro, protetto dai venti da nord. “Il fiume d’oro” e “Fontana” sono due polle di acqua dolce che sgorgano a pochi metri dalla battigia. Popolata dalla fauna marina, la Baia delle Orte è inoltre un piccolo paradiso per chi ama il diving e la pesca subacquea. Appena qualche centinaio di metri di distanza dalla battigia, invece, spiccano le collinette scarlatte della cava di bauxite che abbraccia uno specchio d’acqua dalle sfumature verdi, uno scenario da cartolina incastonato nella scogliera.