La guida di Michele

Michele
La guida di Michele

Storia e gastronomia

Detta l'Atene del Sannio, Agnone è una località di interesse storico, architettonico, gastronomico e culturale che ha pochi pari in tutto l'area dell'appennino centrale. Sede di una delle poche fabbriche di campane artigianali esistenti del mondo, ha una storia ricca di eventi che merita di essere conosciuta. Inoltre la bellezza del centro storico con le sue "porte" e il panorama che si può ammirare dalla "ripa" meritano una passeggiata. La cultura del luogo non si respira solo nell'aria ma merita di essere assaporata a fondo anche nell'aspetto gastronomico: panificati, dolci da forno e soprattutto prodotti caseari sono eccellenze che superano i confini regionali. Provare per credere.
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Agnone
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Detta l'Atene del Sannio, Agnone è una località di interesse storico, architettonico, gastronomico e culturale che ha pochi pari in tutto l'area dell'appennino centrale. Sede di una delle poche fabbriche di campane artigianali esistenti del mondo, ha una storia ricca di eventi che merita di essere conosciuta. Inoltre la bellezza del centro storico con le sue "porte" e il panorama che si può ammirare dalla "ripa" meritano una passeggiata. La cultura del luogo non si respira solo nell'aria ma merita di essere assaporata a fondo anche nell'aspetto gastronomico: panificati, dolci da forno e soprattutto prodotti caseari sono eccellenze che superano i confini regionali. Provare per credere.
Celebre località sciistica, incastonata tra le cime più alte dell’Appennino, Capracotta è inserita nella Comunità Montana dell’Alto Molise. Ed è un gigantesco orto ad alta quota, per una località particolarmente ricca di svariate specie di fiori e piante locali. Recarsi a Capracotta vuol dire anche cimentarsi in un viaggio in un antico mondo culinario, a partire dalla pezzata, la cui ricetta risale al periodo in cui i pastori effettuavano la transumanza tra i monti e il Tavoliere delle Puglie. Altro piatti da non perdere sono l’agnello alla menta e la zuppa di ortiche. Il tutto accompagnato da uno dei prodotti tipici, il pecorino, che affonda le radici al periodo dei Sanniti.
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Capracotta
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Celebre località sciistica, incastonata tra le cime più alte dell’Appennino, Capracotta è inserita nella Comunità Montana dell’Alto Molise. Ed è un gigantesco orto ad alta quota, per una località particolarmente ricca di svariate specie di fiori e piante locali. Recarsi a Capracotta vuol dire anche cimentarsi in un viaggio in un antico mondo culinario, a partire dalla pezzata, la cui ricetta risale al periodo in cui i pastori effettuavano la transumanza tra i monti e il Tavoliere delle Puglie. Altro piatti da non perdere sono l’agnello alla menta e la zuppa di ortiche. Il tutto accompagnato da uno dei prodotti tipici, il pecorino, che affonda le radici al periodo dei Sanniti.
Trivento ha una lunga storia. La leggenda narra che sia sorta alcuni secoli prima di Roma. La scalinata di San Nicola ha un gradino per ogni giorno dell'anno, ovvero 365, che conducono alla parte alta del paese, chiamata Piano. La cattedrale dei Santi Nazario, Celso e Vittore vanta una cripta sorta su un antico altare dedicato alla dea Diana, risalente ad alcuni secoli a.C. Divenne anche municipio romano durante l'impero romano. Nella parte più alta, facendo i 365 gradini, si arriva al belvedere che affaccia sulla valle del Trigno e alla meravigliosa Cattedrale con la sua cripta. Bella la trovata dei prodotti realizzati con uncinetto che colorano il borgo.
Trivento
Trivento ha una lunga storia. La leggenda narra che sia sorta alcuni secoli prima di Roma. La scalinata di San Nicola ha un gradino per ogni giorno dell'anno, ovvero 365, che conducono alla parte alta del paese, chiamata Piano. La cattedrale dei Santi Nazario, Celso e Vittore vanta una cripta sorta su un antico altare dedicato alla dea Diana, risalente ad alcuni secoli a.C. Divenne anche municipio romano durante l'impero romano. Nella parte più alta, facendo i 365 gradini, si arriva al belvedere che affaccia sulla valle del Trigno e alla meravigliosa Cattedrale con la sua cripta. Bella la trovata dei prodotti realizzati con uncinetto che colorano il borgo.
La storia di Isernia ha origini millenarie: si stima infatti che i primi insediamenti risalgano all’età paleolitica, circa 700 mila anni fa. Questo è dovuto alla sua posizione strategia: Isernia si trova praticamente al centro della penisola italica, su un alto crinale delle colline. Questo ne ha fatto la meta di uno dei primi insediamenti abitativi: prima rientra nel dominio dei Sanniti e poi in quello di Roma, cui è rimasta fedele durante la seconda Guerra Punica, contro Annibale il cartaginese. Tra i due domini, Sannita e Romano, è legata una curiosità: in questo periodo Isernia è diventata la prima capitale d’Italia, precisamente della Lega Italica. Non ci sono rilevanti notizie storiche, almeno fino all’Ottocento, quando nel 1860 Isernia ospitò per una notte il re Vittorio Emanuele II di Savoia di passaggio per andare ad incontrare Giuseppe Garibaldi a Teano. Tra gli eventi di Isernia si segnalano sia quelli legati al folklore religioso che al commercio. Nel primo gruppo rientrano i festeggiamenti che avvengono durante il Venerdì Santo, con la tradizionale processione degli incappucciati: fedeli che per un voto di penitenza si cingono la testa con una corona di spine e partecipano alla processione incappucciati da un telo bianco, recando croci e camminando a volte scalzi. Tra il 28 e il 29 giugno, in occasione dei festeggiamenti in onore dei santi Pietro e Paolo, si svolge la Fiera delle Cipolle, nata per favorire il commercio di questo ortaggio, tipico della zona. Oggi si svolge nella più importante arteria cittadina, corso Garibaldi. A dicembre invece si svolge la Fiera del Tartufo Bianco Molisano, un evento che raccoglie molti appassionati e raccoglitori. Se più noto è il tartufo bianco di Alba, non si deve dimenticare che quello bianco molisano contribuisce al fabbisogno nazionale con una percentuale non poco considerevole: circa il 40 percento della domanda nazionale. La fiera è l’occasione per abbellire il programma cittadino anche di numerosi eventi e manifestazioni culturali. La gastronomia del Molise, come tutta la zona nel centro-sud Italia, offre una varietà gastronomica legata soprattutto all’allevamento e alla tradizione contadina. Degni di nota sono i “turcinelli”, interiora dell’agnello avvolte nelle frattaglie e poi arrostite. Degna di nota anche la polenta con i fagioli (chiamata “ru macche”) e i frattaruoli, tocchetti di polenta con salsiccia e “ru sciarone” un piatto unico: si tratta di mezzelune di pasta ripiene con uova e formaggi. Tra i prodotti della terra si ricordano il tartufo bianco molisano e la cipolla di Isernia: piuttosto grande, rotonda e schiacciata che in un passato non troppo recente vantava anche degli usi in capo medico soprattutto per curare duroni e piccoli problemi cutanei. I prodotti tipici sono le carte d’identità della cultura contadina: una cultura povera, ma genuina, naturale e autentica.
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Isernia
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La storia di Isernia ha origini millenarie: si stima infatti che i primi insediamenti risalgano all’età paleolitica, circa 700 mila anni fa. Questo è dovuto alla sua posizione strategia: Isernia si trova praticamente al centro della penisola italica, su un alto crinale delle colline. Questo ne ha fatto la meta di uno dei primi insediamenti abitativi: prima rientra nel dominio dei Sanniti e poi in quello di Roma, cui è rimasta fedele durante la seconda Guerra Punica, contro Annibale il cartaginese. Tra i due domini, Sannita e Romano, è legata una curiosità: in questo periodo Isernia è diventata la prima capitale d’Italia, precisamente della Lega Italica. Non ci sono rilevanti notizie storiche, almeno fino all’Ottocento, quando nel 1860 Isernia ospitò per una notte il re Vittorio Emanuele II di Savoia di passaggio per andare ad incontrare Giuseppe Garibaldi a Teano. Tra gli eventi di Isernia si segnalano sia quelli legati al folklore religioso che al commercio. Nel primo gruppo rientrano i festeggiamenti che avvengono durante il Venerdì Santo, con la tradizionale processione degli incappucciati: fedeli che per un voto di penitenza si cingono la testa con una corona di spine e partecipano alla processione incappucciati da un telo bianco, recando croci e camminando a volte scalzi. Tra il 28 e il 29 giugno, in occasione dei festeggiamenti in onore dei santi Pietro e Paolo, si svolge la Fiera delle Cipolle, nata per favorire il commercio di questo ortaggio, tipico della zona. Oggi si svolge nella più importante arteria cittadina, corso Garibaldi. A dicembre invece si svolge la Fiera del Tartufo Bianco Molisano, un evento che raccoglie molti appassionati e raccoglitori. Se più noto è il tartufo bianco di Alba, non si deve dimenticare che quello bianco molisano contribuisce al fabbisogno nazionale con una percentuale non poco considerevole: circa il 40 percento della domanda nazionale. La fiera è l’occasione per abbellire il programma cittadino anche di numerosi eventi e manifestazioni culturali. La gastronomia del Molise, come tutta la zona nel centro-sud Italia, offre una varietà gastronomica legata soprattutto all’allevamento e alla tradizione contadina. Degni di nota sono i “turcinelli”, interiora dell’agnello avvolte nelle frattaglie e poi arrostite. Degna di nota anche la polenta con i fagioli (chiamata “ru macche”) e i frattaruoli, tocchetti di polenta con salsiccia e “ru sciarone” un piatto unico: si tratta di mezzelune di pasta ripiene con uova e formaggi. Tra i prodotti della terra si ricordano il tartufo bianco molisano e la cipolla di Isernia: piuttosto grande, rotonda e schiacciata che in un passato non troppo recente vantava anche degli usi in capo medico soprattutto per curare duroni e piccoli problemi cutanei. I prodotti tipici sono le carte d’identità della cultura contadina: una cultura povera, ma genuina, naturale e autentica.

Archeologia

L'area archeologica è di notevole interesse storico ed unica nel suo genere in Italia. Luogo "fuori dal tempo" immerso nella cornice dell'Appennino centrale.
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Pietrabbondante
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L'area archeologica è di notevole interesse storico ed unica nel suo genere in Italia. Luogo "fuori dal tempo" immerso nella cornice dell'Appennino centrale.
L’area archeologica dei Templi italici di Schiavi di Abruzzo si trova tre chilometri prima del paese lungo la strada provinciale che sale dalla fondovalle Trigno. Il Tempio Maggiore (II secolo a.C.) e il Tempio Minore (inizi I secolo a.C), sorgono su un terrazzamento coevo al tempio più antico contenuto da un lungo muro a secco formato da massi ciclopici, all'interno del quale si ergono i resti di una torre medievale a due livelli. A questa struttura si deve il nome del luogo, Colle della Torre. Recenti esplorazioni hanno riportato alla luce un altare monumentale, di fronte al Tempio Minore e una necropoli utilizzata dal X secolo a.C. all'età romana. Il luogo è suggestivo e merita senz'altro una visita, sia per la sua posizione - i templi dominano la vallata sottostante e i rilievi di Pietrabbondante - sia perché sui tratta una tra le più importanti e meglio conservate aree sacre di culto utilizzate dai Sanniti Pentri. Adiacente all'area si trova anche un ottimo ristorante con cucina casalinga!
Area Sacra dei Templi Italici di Schiavi d'Abruzzo
Contrada Taverna
L’area archeologica dei Templi italici di Schiavi di Abruzzo si trova tre chilometri prima del paese lungo la strada provinciale che sale dalla fondovalle Trigno. Il Tempio Maggiore (II secolo a.C.) e il Tempio Minore (inizi I secolo a.C), sorgono su un terrazzamento coevo al tempio più antico contenuto da un lungo muro a secco formato da massi ciclopici, all'interno del quale si ergono i resti di una torre medievale a due livelli. A questa struttura si deve il nome del luogo, Colle della Torre. Recenti esplorazioni hanno riportato alla luce un altare monumentale, di fronte al Tempio Minore e una necropoli utilizzata dal X secolo a.C. all'età romana. Il luogo è suggestivo e merita senz'altro una visita, sia per la sua posizione - i templi dominano la vallata sottostante e i rilievi di Pietrabbondante - sia perché sui tratta una tra le più importanti e meglio conservate aree sacre di culto utilizzate dai Sanniti Pentri. Adiacente all'area si trova anche un ottimo ristorante con cucina casalinga!
A Canneto, esisteva sin dall'epoca romana, un centro abitato. Sono visibili, dagli scavi effettuati, i resti di una villa romana e di una azienda agricola. Le origini della chiesa, risalgono ai secoli XI e XII, ma il culto alla Madonna di Canneto, e' molto piu' antico, L'edificazione della suddetta, avvenne ad opera dei Benedettini di San Vincenzo al Volturno prima e degli stessi di Montecassino successivamente. La chiesa e' costituita da tre navate, con la statua lignea, posta dietro l'altare maggiore, che prende il nome di Vergine del Sorriso. Intorno alla chiesa c'è un grande parco in cui si può fare un picnic. Oasi di pace e tranquillità. Bellissimo.
Santuario di Santa Maria del Canneto
A Canneto, esisteva sin dall'epoca romana, un centro abitato. Sono visibili, dagli scavi effettuati, i resti di una villa romana e di una azienda agricola. Le origini della chiesa, risalgono ai secoli XI e XII, ma il culto alla Madonna di Canneto, e' molto piu' antico, L'edificazione della suddetta, avvenne ad opera dei Benedettini di San Vincenzo al Volturno prima e degli stessi di Montecassino successivamente. La chiesa e' costituita da tre navate, con la statua lignea, posta dietro l'altare maggiore, che prende il nome di Vergine del Sorriso. Intorno alla chiesa c'è un grande parco in cui si può fare un picnic. Oasi di pace e tranquillità. Bellissimo.

Natura

Nella 26a Sessione dell’International Co-ordinating Council (ICC) del Programma MAB UNESCO, tenutasi a Jönköping, in Svezia, dal 10 al 13 Giugno 2014, è stata approvata la proposta di ampliamento e di ridenominazione della Riserva MAB di Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise, in quanto la Riserva ampliata soddisfa i requisiti del Programma MAB ed entra a far parte a pieno titolo del Network Mondiale delle Riserve della Biosfera (World Network of Biosphere Reserves - WNBR). A differenza della quasi totalità delle altre aree UNESCO italiane, grazie al processo volontario delle comunità locali si è riusciti a costruire la prima Riserva della Biosfera italiana completamente autonoma da enti parco sia regionali sia nazionali.
Riserva Naturale di Collemeluccio-Montedimezzo
Nella 26a Sessione dell’International Co-ordinating Council (ICC) del Programma MAB UNESCO, tenutasi a Jönköping, in Svezia, dal 10 al 13 Giugno 2014, è stata approvata la proposta di ampliamento e di ridenominazione della Riserva MAB di Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise, in quanto la Riserva ampliata soddisfa i requisiti del Programma MAB ed entra a far parte a pieno titolo del Network Mondiale delle Riserve della Biosfera (World Network of Biosphere Reserves - WNBR). A differenza della quasi totalità delle altre aree UNESCO italiane, grazie al processo volontario delle comunità locali si è riusciti a costruire la prima Riserva della Biosfera italiana completamente autonoma da enti parco sia regionali sia nazionali.
L'area è perfettamente conservata e ottimizzata alle visite di turisti e curiosi direttamente dal Corpo Forestale: natura incontaminata, area pic nic attrezzata, un chiosco/bar, un museo che espone numerosi esemplari di specie animali e minerali. Ottima la cartellonistica, che spiega perfettamente i percorsi escursionistici da percorrere. Si possono ammirare anche, in apposite aree dedicate, animali vivi recuperati dalle guardie forestali feriti, le quali poi li ospitano lì per favorire il processo di recupero prima della rimessa in libertà. Consigliata la visita a tutti, soprattutto a famiglie con bambini
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Riserva Naturale Statale Montedimezzo
Strada Provinciale Carovillense
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L'area è perfettamente conservata e ottimizzata alle visite di turisti e curiosi direttamente dal Corpo Forestale: natura incontaminata, area pic nic attrezzata, un chiosco/bar, un museo che espone numerosi esemplari di specie animali e minerali. Ottima la cartellonistica, che spiega perfettamente i percorsi escursionistici da percorrere. Si possono ammirare anche, in apposite aree dedicate, animali vivi recuperati dalle guardie forestali feriti, le quali poi li ospitano lì per favorire il processo di recupero prima della rimessa in libertà. Consigliata la visita a tutti, soprattutto a famiglie con bambini
Al confine tra Abruzzo e Molise, le Cascate del Verde sono le Cascate Naturali più alte d’ Italia, vengono formate da un triplice salto che complessivamente misura 200 metri. Si possono ammirare nella loro forma e nella loro bellezza durante tutto l’arco dell’anno. Si paga 2 euro per entrare in questa bellissima oasi immersa nel verde e fra le montagne. Il percorso per arrivare alle cascate è abbastanza semplice al termine del quale ci sono circa 200 scalini. Alla fine dell'altro percorso invece c'è un punto ristoro e consiglio di prendere i taglieri di salumi e formaggi: con due porzioni io e il mio ragazzo abbiamo pranzato abbondantemente. Vicino a questo punto ristoro c'è anche un belvedere da cui si può ammirare tutta la valle. Nota. Se si arriva dal Molise si dovrà prendere la strada per Pescopennataro e poi deviare al bivio verso Rosello. Tuttavia, se invece di girare si prosegue per Pescopennataro ci si imbatterà in un'area picnic attrezzata molto grande e bella chiamata Rio Verde che prende il nome dal ruscello che la attraversa e che più avanti confluisce a formare le cascate del Verde.
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Riserva naturale guidata Cascate del Verde
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Al confine tra Abruzzo e Molise, le Cascate del Verde sono le Cascate Naturali più alte d’ Italia, vengono formate da un triplice salto che complessivamente misura 200 metri. Si possono ammirare nella loro forma e nella loro bellezza durante tutto l’arco dell’anno. Si paga 2 euro per entrare in questa bellissima oasi immersa nel verde e fra le montagne. Il percorso per arrivare alle cascate è abbastanza semplice al termine del quale ci sono circa 200 scalini. Alla fine dell'altro percorso invece c'è un punto ristoro e consiglio di prendere i taglieri di salumi e formaggi: con due porzioni io e il mio ragazzo abbiamo pranzato abbondantemente. Vicino a questo punto ristoro c'è anche un belvedere da cui si può ammirare tutta la valle. Nota. Se si arriva dal Molise si dovrà prendere la strada per Pescopennataro e poi deviare al bivio verso Rosello. Tuttavia, se invece di girare si prosegue per Pescopennataro ci si imbatterà in un'area picnic attrezzata molto grande e bella chiamata Rio Verde che prende il nome dal ruscello che la attraversa e che più avanti confluisce a formare le cascate del Verde.
Luogo incantevole a 1600 m di altitudine, bellissima sia d'estate luogo ideale per un picnic con gli amici o una passeggiata nel verde che d'inverno quando si può praticare sci di fondo. Nella stagione invernale partendo da Prato Gentile, gli amanti della montagna possono anche "ciaspolare" alla scoperta di incantevoli angoli nascosti. La prima domenica d'agosto sul pianoro di Prato Gentile si tiene la tradizionale sagra della Pezzata, una prelibatezza culinaria d'altri tempi che rievoca l'antico rito pastorale della transumanza. La manifestazione nell'anno 2015 ha ottenuto il Patrocinio di EXPO 2015.
Prato Gentile
Località Prato Gentile
Luogo incantevole a 1600 m di altitudine, bellissima sia d'estate luogo ideale per un picnic con gli amici o una passeggiata nel verde che d'inverno quando si può praticare sci di fondo. Nella stagione invernale partendo da Prato Gentile, gli amanti della montagna possono anche "ciaspolare" alla scoperta di incantevoli angoli nascosti. La prima domenica d'agosto sul pianoro di Prato Gentile si tiene la tradizionale sagra della Pezzata, una prelibatezza culinaria d'altri tempi che rievoca l'antico rito pastorale della transumanza. La manifestazione nell'anno 2015 ha ottenuto il Patrocinio di EXPO 2015.
Il Verrino è un corso d’acqua a carattere torrentizio. Sorge nel territorio di Capracotta, in località Ara Petrecca, a quota m 1250 s.l.m., e dopo aver attraversato diversi comuni tra cui Agnone affluisce nel fiume Trigno, a quota m 450 s.l.m. . Si tratta di una zona soggetta a protezione speciale (Natura 2000) presso il Ministero dell’Ambiente. Il primo tratto è quello maggiormente interessante da un punto di vista paesaggistico poiché l’acqua fluisce lungo tratti molto impervi, facendo salti su imponenti dirupi e formando delle cascate particolarmente suggestive. Il suo carattere torrentizio soprattutto nel passato è stato sfruttato per azionare decine di importanti mulini e ramiere; più recentemente, una centrale idroelettrica. Unico esempio di opificio superstite è il Mulino Scatozza , che si incontra lungo le rive del fiume all’altezza dell’antica strada lastricata che conduceva ad Agnone.
Cascate Del Verrino
Il Verrino è un corso d’acqua a carattere torrentizio. Sorge nel territorio di Capracotta, in località Ara Petrecca, a quota m 1250 s.l.m., e dopo aver attraversato diversi comuni tra cui Agnone affluisce nel fiume Trigno, a quota m 450 s.l.m. . Si tratta di una zona soggetta a protezione speciale (Natura 2000) presso il Ministero dell’Ambiente. Il primo tratto è quello maggiormente interessante da un punto di vista paesaggistico poiché l’acqua fluisce lungo tratti molto impervi, facendo salti su imponenti dirupi e formando delle cascate particolarmente suggestive. Il suo carattere torrentizio soprattutto nel passato è stato sfruttato per azionare decine di importanti mulini e ramiere; più recentemente, una centrale idroelettrica. Unico esempio di opificio superstite è il Mulino Scatozza , che si incontra lungo le rive del fiume all’altezza dell’antica strada lastricata che conduceva ad Agnone.