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Rifugio Valasco

6 locals recommend,

Tips from locals

Giovanni
February 21, 2018
Partendo a piedi dalle Terme si può raggiungere il Pian del Valasco in un'ora camminando tranquilli. E' l'escursione più accessibile per tutti: grandi e piccini. Non per questo è la meno bella, anzi, è magnifica. Arrivati nella piana, troverete la ex Casa di Caccia dei Savoia la quale è stata ristutturata e trasformata in un rifugio con posti letto, bar e ristorante. Consigliatissima
Partendo a piedi dalle Terme si può raggiungere il Pian del Valasco in un'ora camminando tranquilli. E' l'escursione più accessibile per tutti: grandi e piccini. Non per questo è la meno bella, anzi, è magnifica. Arrivati nella piana, troverete la ex Casa di Caccia dei Savoia la quale è stata ristut…
Eve
February 14, 2020
un paesaggio magnifico
Alice
June 15, 2021
Da La Repubblica.it (STEFANO PAROLA) Storia e natura al Valasco dove dormiva il re cacciatore QUESTO non è un rifugio come tutti gli altri: qui ci veniva il Re. Era la metà dell'Ottocento quando Vittorio Emanuele II visitò la valle Gesso, nel Cuneese, e si innamorò della piana del Valasco, una distesa di erba, ruscelli e larici a 1.764 metri sul livello del mare, circondata dalle Alpi Marittime. Il monarca vi creò una Riserva reale di caccia e poi, attorno alla fine di quel secolo, i Savoia vi fecero costruire la palazzina che ancora oggi controlla il pianoro. «La casa, per forma e planimetria, è rimasta la stessa del passato », assicura Andrea Cismondi, il gestore del rifugio Valasco. Negli anni 90 un incendio distrusse parte della palazzina di caccia del Re, ma grazie ai lavori di ristrutturazione nel 2007 l'edificio è rinato appunto come rifugio. Adesso ha 50 posti letto, di cui 35 in camerata condivisa e 15 divisi in camere private più piccole. Ci si arriva facendo la gita più classica che ci sia nelle montagne di questa parte del Cuneese: si raggiungono in auto le Terme di Valdieri e da lì si sale a piedi sull'ampia carrareccia per circa un'ora. Chi è allenato può prendere le ripide scorciatoie in mezzo ai larici per dimezzare il tempo di salita. In entrambi i casi, a un certo punto si scollina e ci si sente come abbracciati dalle montagne. E là in mezzo alla piana si intravede la palazzina, con le due torrette e l'intonaco a strisce color crema e salmone. Arrivarci significa fare un tuffo nella natura ma pure nella storia. Una delle stanze del rifugio Valasco contiene alcune schede che raccontano come si svolgevano le cacce sabaude e quanto fossero importanti pure per la gente di queste parti. Decine di valdieresi venivano per esempio ingaggiati come "batteurs": formavano file orizzontali nei boschi e con il rumore dei propri bastoni facevano convergere la selvaggina proprio dov'erano appostati i reali con i loro fucili. Storie d'altri tempi, sia perché il Re è stato "cacciato" 71 anni fa, sia perché ora qui l'attività venatoria è proibita, trovandosi l'area nel bel mezzo del Parco regionale Alpi Marittime. Niente doppiette, quindi, ma solo lunghe passeggiate nella natura. Anche perché dal rifugio Valasco le possibilità sono tante. «La gita più classica e affascinante è quella che porta ai laghi di Valle Scura e al rifugio Questa. È una traversata di 4-5 ore durante la quale si percorrono lastricati d'epoca sabauda e una galleria storica lunga 15 metri», racconta il gestore. Riecco la natura e la storia che vanno a braccetto, anche in alta quota. Per Andrea Cismondi, 33 anni, maestro e allenatore federale di sci alpino, la gita del cuore è però un'altra ancora: «Quella che porta al laghetto di Valcuca, uno dei pochi angoli davvero remoti delle Alpi Marittime. Appena arrivati sulla piana del Valasco si prende a sinistra, su un sentiero non sempre marcato, che porta a questo piccolo specchio d'acqua dal quale si ha una visione unica sul monte Matto». Dal Valasco si può anche far tappa per poi arrivare in giornata al rifugio Dante Livio Bianco, al Malinvern in Valle Stura, alla stazione sciistica francese di Isola 2000, oppure si può scollinare e raggiungere il Remondino o il Bozano, all'ombra dell'Argentera. Il rifugio è aperto tutti i giorni da inizio giugno a fine settembre e lo stesso vale pure per la stagione scialpinistica, da metà marzo a inizio maggio (negli altri periodi può aprire su richiesta). L'ex palazzina di caccia offre la mezza pensione ma è attrezzata per rifocillare i camminatori anche a pranzo con un piccolo menu alla carta. Uno degli optional più divertenti è la cosiddetta "jacuzzi", una vasca all'aperto da quattro persone che a volte viene utilizzata pure quando tutt'attorno c'è la neve, grazie a una stufa che scalda l'acqua. Attenzione però, per il lusso rivolgersi altrove, come sottolinea Cismondi: «Non siamo un hotel. C'è qualche comfort in più, ma niente tv, Sky o altro. La nostra anima rimane quella del rifugio alpino». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Da La Repubblica.it (STEFANO PAROLA) Storia e natura al Valasco dove dormiva il re cacciatore QUESTO non è un rifugio come tutti gli altri: qui ci veniva il Re. Era la metà dell'Ottocento quando Vittorio Emanuele II visitò la valle Gesso, nel Cuneese, e si innamorò della piana del Valasco, una d…

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Vesubian Escapes
  1. Mountain biking
  2. 3.5 hours
Location
Valdieri, Piemonte